Neuroscienze

e Dipendenze

dronetplus.eu
 
 

Link

Le neuroscienze

le neuroscienze

Neuroscienze e dipendenze

neuroscienze e dipendenze

Tecniche di indagine

tecniche di indagine

Ricerca scientifica

ricerca scientifica

Materiali e pubblicazioni

materiali e pubblicazioni

Eventi

eventi

EEG (Elettroencefalografia)

L'elettroencefalografia fu sviluppata da Hans Berger tra il 1924 ed il 1938 e fu utilizzata per la prima volta alla fine degli anni '20 alla Friedrich Schiller Universität di Jena.

 

Fig 1

L’esame di Elettroencefalografia, comunemente detto EEG, non è altro che la misurazione, attraverso l’applicazione di un certo numero di elettrodi, dell'attività elettrica del cervello, che a sua volta è la somma dell'attività elettrica di ogni singolo neurone. Siccome il voltaggio di questa attività elettrica è molto piccolo, il segnale deve essere amplificato un milione di volte per essere misurato e registrato, attraverso l’ausilio di una appropriata strumentazione, e visualizzato sotto forma di traccia (elettroencefalogramma). Fig 4

 

Il tracciato, formato da onde di frequenza e ampiezza diverse, mostra in quali aree cerebrali questa attività elettrica è presente o alterata (ad esempio in pazienti affetti da epilessia).


Fig 3
Con l’elettroencefalografia si può studiare l’attività elettrica cerebrale sia durante la veglia sia nel sonno, sia durante particolari condizioni di attivazione (Iperventilazione, Stimolazione luminosa intermittente ecc.) L'elettroencefalografia è l'unica tecnica che permette un monitoraggio nel tempo della funzione cerebrale e può evidenziare anomalie anche in assenza di lesioni strutturali documentabili.

Fig 5L’EEG rappresenta un valido strumento d’indagine nelle patologie in grado di modificare ed alterare l’attività elettrica cerebrale, quali:

 
  • Lesioni encefaliche sia tumorali che su base circolatoria
  • Malattie degenerative
  • Alterazioni metaboliche
  • Coma
  • Risposta terapeutica dei vari farmaci attivi sul sistema nervoso centrale
  • Cefalee
  • Esiti di traumi cranici
  • Effetti del consumo di droghe sul funzionamento cerebrale

I neuroni cerebrali pulsano con un ritmo costante, che è dell'ordine di 10 oscillazioni (cicli) al secondo. I potenziali elettrici corticali sono registrati dalla superficie esterna del cranio a mezzo di elettrodi ed opportunamente amplificati. Con le derivazioni bipolari si capta e si registra la differenza di potenziale tra due punti cerebrali simmetrici; questi potenziali presentano caratteristiche diverse a seconda delle varie aree corticali. In quasi tutte le affezioni encefaliche si possono riscontrare alterazioni EEG.

L'EEG acquista un grandissimo valore semeiologico e diagnostico se correlato con i dati clinici e gli altri esami collaterali. In genere il tracciato eeg completa l'esame neurologico del paziente e consente di orientare la diagnosi. I principali elementi semeiologici che compongono il tracciato sono:

Ritmi rapidi

Hanno frequenza superiore ai 14 cicli per secondo, hanno un voltaggio più basso ed hanno sede preferenziale nelle regioni rolandiche e prerolandiche. Il più regolare dei ritmi rapidi è il ritmo beta.

 
  • Ritmo alfa: è il principale componente del tracciato del soggetto normale adulto in riposo sensoriale (prima dei 12 anni non appare bene costituito). Risulta da oscillazioni di frequenza comprese tra 8 e 12 cicli per secondo, con voltaggio di circa 50 microvolts e di aspetto sinusoidale, per lo più radunati in fusi.  Quando un soggetto è sottoposto ad un'attività cerebrale maggiore, si registra la presenza del ritmo beta.
  • Ritmo beta: è distinto in beta lento (13.5-18 c/s) e beta rapido (18.5-30 c/s), e presenta un voltaggio medio di 19 microVolt (8-30 microVolt). Le onde beta sono dominanti in un soggetto ad occhi aperti, ma anche in stati di allerta.

Ritmi lenti

  • Onde theta: hanno una frequenza tra 4 e 7 cicli per secondo e possono avere voltaggio vario, in genere inferiore all'alfa. La localizzazione preferenziale è temporo-parietale. Nell'adulto hanno quasi sempre carattere patologico.
  • Onde delta: hanno una frequenza tra 0 e 3 cicli al secondo; il voltaggio è variabile e può raggiungere e superare i 200 microvolts. Le onde delta sono caratteristiche del sonno non R.E.M. (sonno ad onde lente). Nei diversi stadi di sonno sono presenti principalmente onde theta e onde delta (caratteristiche del sonno ad onde lente), a cui si aggiungono squarci di attività alfa e, raramente, di attività beta.

Fig 6

Tracciato EEG dei diversi tipi di onde cerebrali.


In condizioni morbose che interessano direttamente o indirettamente la corteccia cerebrale, l'EEG può presentare silenzio elettrico (per distruzione di corteccia cerebrale); comparsa di onde patologiche come punte, tipiche dell'epi­lessia tipo grande male, di complessi punta-onde (nell'epiles­sia piccolo male), di onde delta e theta (nei tumori, nelle en­cefaliti, nelle vasculopatie cerebrali, ecc.). Queste anomalie possono essere localizzate (e in questo caso le alterazioni eegrafiche corrispondono usualmente alla sede della lesione) o diffuse (per alterazione dei centri sottocorticali che influen­zano l'elettrogenesi corticale).


Bibliografia

  • Pennisi P., Sarlo M. Indici elettrofisiologici in psicologia CLEUP Editrice, Padova 1998
  • Kandel Eric R.; Schwartz James H.; Jessell Thomas M. Principi di neuroscienze CEA 2003
  • Skosnik PD et al. Psychophysiological evidence of altered neural synchronization in cannabis use: Relationship to schizotypy. Am J Psychiatry 2006 Oct; 163:1798-805
© 2012- 2016
Si ringrazia
logo eihp