Neuroscienze

e Dipendenze

dronetplus.eu
 
 

Link

Le neuroscienze

le neuroscienze

Neuroscienze e dipendenze

neuroscienze e dipendenze

Tecniche di indagine

tecniche di indagine

Ricerca scientifica

ricerca scientifica

Materiali e pubblicazioni

materiali e pubblicazioni

Eventi

eventi

LA NEUROPSICOLOGIA

La neuropsicologia è una disciplina relativamente giovane che si caratterizza per l'obiettivo originale di studiare i processi cognitivi e comportamentali, correlandoli con i meccanismi anatomo-funzionali che ne sottendono il funzionamento (Denes, Pizzamiglio, 1996). Essa afferisce al settore delle neuroscienze e, come le neuroscienze, possiede una natura eminentemente interdisciplinare: al suo sviluppo concorrono infatti le conoscenze della psicologia cognitivista, della neurologia, della neurofisiologia, della neuroanatomia e infine dell’intelligenza artificiale.

La nascita della neuropsicologia

Fig 1La data con la quale molti autori e studiosi di neuroscienze sanciscono la nascita della neuropsicologia è il  21 aprile 1861, giorno in cui il neurologo Pierre Paul Broca (1824-1880) presentò ai colleghi il caso di un suo paziente che, pochi giorni prima di morire, aveva perso la capacità di parlare, nonostante riuscisse a comprendere senza problemi ciò che gli veniva detto. L’autopsia rivelò che quel paziente, chiamato "Tan" come l’unica parola che era in grado di pronunciare, aveva subito una lesione in una porzione circoscritta del lobo frontale di sinistra.

In questo modo Broca riuscì a dimostrare la relazione tra la perdita del linguaggio e il danno ad una specifica area del lobo frontale (in seguito denominata area di Broca), con dati oggettivi e documentabili.

Fig 2Broca dimostrò anche che esistono differenze sostanziali fra i due emisferi cerebrali: soltanto una lesione dell’emisfero sinistro provocava un’alterazione del linguaggio, quasi mai una lesione all’emisfero destro. Le osservazioni di Broca gettarono le basi per due principi sui quali, più di cento anni dopo, si sono costituite le neuroscienze: il cervello è scomponibile in tante porzioni (aree) che svolgono funzioni diverse e queste funzioni sono indipendenti le une dalle altre (Legrenzi & Umiltà, 2009). La moderna neuropsicologia, studia appunto le funzioni di ciascun emisfero: la ricerca rivela che i due emisferi cerebrali hanno una modalità di funzionamento fra loro indipendente e che danno origine a risposte comportamentali autonome.

Il famoso caso di Phineas Gage

Non solo le funzioni cognitive di base trovano una localizzazione ben precisa nel cervello, ma anche funzioni cognitive complesse come le emozioni, la capacità decisionale e la stessa personalità. Uno degli esempi più famosi citati in neurologia è quello di Phineas Gage, un operaio statunitense vissuto nella metà del 19° secolo, che lavorava alla costruzione di una ferrovia nel Vermont (Damasio, 1995).

Fig 3 Un giorno del 1848, a causa di un'esplosione accidentale, una barra di ferro gli trapassò il cranio, dalla guancia sinistra alla corteccia cerebrale del lobo prefrontale, ma non lo uccise.

Miracolosamente sopravvissuto all'incidente, a parte la cecità dell’occhio lesionato, Phineas però da allora non fu più la stessa persona. Se prima era un uomo serio ed onesto, apprezzato per la sua affidabilità e disponibilità, da quel momento era diventato scorbutico, inaffidabile, bugiardo e bizzarro. E non si era accorto di essere cambiato. La sua personalità aveva subito radicali modifiche, al punto che gli amici non lo riconoscevano più. Si ritiene che il forte trauma ai lobi frontali, regioni ad alta densità di connessioni con le altre regioni cerebrali, abbia provocato l’enorme cambiamento della sua personalità emotiva e relazionale. Egli divenne una persona talmente priva di freni inibitori sul piano verbale, da risultare irosa ed asociale, irriverente, blasfema e senza rispetto nei confronti degli altri.

Gli studi sul caso di Phineas Gage hanno apportato grandi cambiamenti nella comprensione clinica e scientifica delle funzioni cerebrali e della loro localizzazione nel cervello, soprattutto per quanto riguarda le emozioni e la personalità.

L’approccio neuropsicologico

La neuropsicologia clinica è la scienza applicata che si interessa all’espressione comportamentale di una disfunzione cerebrale (Lezak, 2000). Essa si propone di studiare gli effetti delle lesioni cerebrali sui processi cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio, memoria, ragionamento, ecc.) ma anche sulle emozioni e sulla personalità. Questa disciplina offre un contributo importante alla comprensione dei meccanismi cognitivi e permette di studiare le diverse funzioni cerebrali, occupandosi anche della valutazione e riabilitazione dei disturbi cognitivi (amnesie, afasie, agnosie, aprassie, ecc.) in seguito a lesione cerebrale. L’approccio neuropsicologico si distingue da quello medico per l’utilizzo di test standardizzati allo scopo di identificare i profili cognitivi, emozionali e comportamentali caratteristici di certe patologie. L’assunto alla base di questa scienza è infatti che i processi cognitivi sono correlati con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali, il cui danno può generare disturbi delle funzioni cognitive: questi disturbi producono un effetto a livello comportamentale, determinando i presupposti per poter effettuare una stima del deficit a livello cognitivo attraverso l’impiego di test.

Bibliografia

  • Damasio, A.R. L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano. Milano, Aldephi 1995
  • Legrenzi P., Umiltà C. Il cervello non spiega chi siamo. Il Mulino, Bologna 2009
  • Lezak M.D. Neuropsychological Assessment (3nd ed.). New York: Oxford University Press 1995
  • Denes, G.; Pizzamiglio, L. (1996) Manuale di neuropsicologia, Bologna, Zanichelli
  • Van Horn, J. D., et al. (2012). Mapping Connectivity Damage in the Case of Phineas Gage. PLoS ONE
© 2012- 2016
Si ringrazia
logo eihp