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PROGETTO NEUROTRAINING

Presentazione

Fig 1La V Conferenza Nazionale sulle Droghe ha fortemente raccomandato l'incentivazione di progetti che abbiano come obiettivi quello di integrare i trattamenti convenzionali (farmacologici, psicologici, educativi e sociali) della tossicodipendenza utilizzando gli strumenti che la neuropsicologia ci mette a disposizione sia in ambito diagnostico che terapeutico riabilitativo. La testistica neuropsicologica è una disciplina in grande crescita che richiede un continuo aggiornamento e che risulta ormai in grado di fornire preziosi dati su tematiche che hanno una grande rilevanza anche nel campo delle tossicodipendenze.

Obiettivi

Fig 2Questo studio si propone come obiettivo principale quello di diffondere una cultura di tipo neuropsicologico promuovendo l'utilizzo degli strumenti neuropsicologici sia per la diagnosi che per eventuali trattamenti. Ad esempio nell'ambito dei trattamenti dei disturbi psichiatrici e neurologici si è arrivati ormai a definire un golden standard per quanto riguarda l'utilizzo della stimolazione magnetica transcranica nella depressione e in alcune malattie neurologiche. Recentemente sono giunti all'attenzione del clinico alcuni dati confortanti per quanto riguarda la diminuzione del craving in soggetti tossicodipendenti che si sono sottoposti a stimolazione magnetica transcranica con protocolli simili a quelli per la depressione.

Metodologia

Fig 3L'ipotesi di base è che la corteccia prefrontale, essendo in qualche modo danneggiata dall'uso continuativo di sostanze, non sia in grado di svolgere la sua funzione di controllo e contrastare la forte motivazione all'assunzione di sostanza (craving). Con la stimolazione magnetica transcranica perciò si cerca di stimolare questa zona della corteccia per rinforzare l'attivazione della sua funzione inibitoria e di controllo, che di conseguenza dovrebbe incrementare anche la capacità di fronteggiare il craving. Tenendo conto che alcune persone risultano "no responder" ai trattamenti convenzionali (coloro che nonostante abbiano seguito trattamenti convenzionali non sono riusciti né a cessare né a diminuire la frequenza delle recidive), si è pensato di provare a identificare questi soggetti in diversi Ser.D e a proporre loro un percorso che prevede una valutazione tossicologica approfondita, un set di test neuropsicologici e la verifica della compatibilità clinica con la macchina. Una volta ultimate queste procedure che richiedono tempo e motivazione da parte del paziente, è possibile poi sottoporre la persona alla stimolazione secondo le procedure concordate.

Risultati

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